In Sicilia alcuni archeologi hanno scovato un relitto risalente al VI secolo a.C., ed ecco perché si tratta di una scoperta fondamentale.
Il ritrovamento, databile tra il VI e il V secolo a.C., ovvero all’oscura fase storica che segna il passaggio dall’epoca micenea a quella greca classica, offre agli storici e agli archeologi uno sguardo unico e importantissimo sull’antichità marittima della Sicilia e del Mediterraneo in generale. Si può parlare di una nave arcaica, dunque, affascinante sotto più punti di vista.
Il relitto giace a sei metri di profondità nei pressi di Santa Maria del Focallo, nel ragusano, sepolto sotto uno strato di sabbia e massi. La scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, in collaborazione con il dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale dell’Università di Udine.
Abbiamo a che fare con uno scafo costruito con la tecnica denominata “su guscio“. Tale tecnica, nota anche come “monoscocca”, è stata usata fino al XX secolo, dopo essere stata riscoperta e aggiornata alla fine del XIX secolo. E, successivamente, è stata adottata anche nell’industria automobilistica e aeronautica. Gli Antichi avevano sviluppato una concezione ingegneristica modernissima, efficiente e di grande resistenza. All’epoca si usavano tavole del fasciame collegate tramite incastri. Tutto ciò per offrire alla struttura una funzione autoportante.
L’imbarcazione dev’essere naufragata prima di essere arrivata in porto. La Sicilia, come confermano tanti altri ritrovamenti simili, era uno snodo fondamentale per i commerci nel Mediterraneo. E a quanto pare aveva già assunto questo ruolo in epoca pre-classica. Le ancore ritrovate non lontane dal relitto sono ancora più antiche. Due sono in ferro, a T rovesciata, e altre quattro litiche (di epoca preistorica).
La campagna di scavi è durata tre settimane in tutto e si è conclusa a settembre 2024. Grazie alla fotogrammetria subacquea, gli archeologi hanno potuto già mettere a punto un modello tridimensionale del relitto. Intanto, tutti i campioni prelevati consentiranno delle analisi paleobotaniche per approfondire lo studio dei materiali utilizzati per realizzare lo scafo.
Tutta l’attività di ricerca è stata condotta nell’ambito del Kaukana Project. Si tratta della quinta campagna di scavo di un progetto siciliano per il recupero e lo studio del patrimonio culturale e archeologico sommerso. Si punta cioè a rivelare tutto ciò che è ancora nascosto nel paesaggio costiero e sommerso nel litorale compreso tra Ispica, Kaukana e Kamarina.
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